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Un report commissionato dalla comunità europea analizza la situazione dell’e-health in Europa e mostra come l’informatizzazione stia, lentamente, prendendo piede in tutte le principali funzioni ospedaliere e della sanità in generale.

L’indagine è stata effettuata attraverso una survey telefonica fatta ai CIO (Chief Information Officer) delle principali strutture sanitarie delle 27 nazioni Europe + Croazia, Islanda e Norvegia (EU27+3) – sono state concluse oltre 1.700 interviste di cui circa 200 in Italia. Il risultato è sintetizzato in 13 indicatori che vanno dall’ e-prescription ai processi per accedere ai dati clinici.

Che cosa emerge da questa indagine?

Un primo dato è che oltre l’80% delle strutture intervistate utilizza un sistema EMR/EHR/EPR (sistemi che permettono la gestione informatizzata di cartelle e pazienti) ma meno del 10% di questi consente ai pazienti di accedere alle proprie informazioni online.

Come immaginabile la distribuzione non è uniforme: i paesi del nord Europa risultano mediamente nelle posizioni più alte degli indicatori presi in considerazione cosi come normalmente le grandi strutture (pubbliche o private) tendono ad essere più innovative e meglio informatizzate.

Come si posiziona l’Italia rispetto alle altre nazioni?

In generale si potrebbe dire bene: ad esempio emerge sicuramente che la telemedicina è ancora un concetto lontano dalla nostra quotidianità anche risultiamo comunque in linea con le medie comunitarie. Un segnale sicuramente positivo è sul fronte dell’ e-prescribing che risulta di 6 punti superiore alla media europea e registra un aumento del 34% rispetto all’analisi precedente (effettuata nel 2010).

All’interno del report partendo da pagina 180 tutti i dettagli che includono anche un’interessante spaccato a livello regionale.